E' di pochi giorni fa la notizia che, nel Decreto "Salva Italia", si introduce l'obbligo per le aziende di indicare nella dichiarazione dei redditi il proprio numero di abbonamento alla RAI.
Secondo l'interpretazione data dalla RAI a questa norma, essa è finalizzata a far pagare ad aziende e professionisti il canone RAI (oltrettutto maggiorato, circa 200 eur) sul possesso di qualsiasi dispositivo atto o
adattabile a ricevere il segnale tv, inclusi monitor per il computer, videofonini, videoregistratori, iPad, addirittura sistemi di videosorveglianza.
In pratica qualunque azienda o professionista che abbia un computer, o un videofonino, un ipad ecc. sarebbe tenuta a pagare il canone rai, maggiorato, perchè potenzialmente puo' usare il computer per vedere i programmi della RAI.
Alcune osservazioni:
- evidentemente la RAI presuppone che i lavoratori autonomi siano degli oziosi, dei fannulloni, visto che pensa che un idraulico, un artigiano, un avvocato passino le giornate a guardare la RAI invece che a lavorare.
- oltrettutto non si capisce perchè far pagare di piu' alle aziende rispetto alle famiglie (quasi il doppio), visto che sicuramente la RAI viene guardata più spesso in un contesto domestico che non sul posto di lavoro.
- oltrettutto si introduce l'ennesimo balzello anti-progressivo: in base a quale distorto criterio di giustizia si fa pagare la stessa cifra al barbiere ditta individuale senza dipendenti con un computer obsoleto per la tenuta della contabilità, e alla fabbrica FIAT con migliaia di dipendenti potenzialmente in grado di usufruire i programmi RAI su centinaia di terminali collegati ad un server ?
In effetti, 200 euro per il barbiere sono una cifra non indifferente, sono 15 tagli dei capelli secondo le tariffe del mio barbiere. Per la fabbrica FIAT sono una cifra risibile.
- e poi il barbiere non paga già comunque l'abbonamento a casa ? perchè dovrebbe pagarne un altro ? se guarda la RAI in negozio, evidentemente non la sta guardando a casa, e viceversa.
- e comunque, non si pensi di salvare l'Italia con questo tipo di decreti. Meriterebbero il nome di "Affossa Italia", altro che "Salva Italia". Ma già, è l'ennesimo tassello della manovra (magari anche inconsapevole, non dico che chi l'ha approvata ne sia cosciente) volta a sterminare i lavoratori autonomi e le piccole imprese dal panorama produttivo del Paese, per consegnarci mani e piedi alle multinazionali, alle banche, al grande capitale.
200 euro di RAI, 80 di camera di commercio, qualche vidimazione, qualche marca da bollo, una normativa fiscale talmente complessa che rende praticamente indispensabile pagare un commercialista, tassi bancari altissimi e rubinetto del credito sempre piu' stretto .... si fa presto a sterminare una ditta individuale
Comunque, non credo che il disegno di abbattere le piccole imprese sia effettivamente un disegno consapevole. In effetti mi pare che il Governo si sia accorto del fatto che le piccole imprese stanno chiudendo, e in qualche modo sia corso ai ripari, introducendo una normativa di favore per le piccole imprese di nuova costituzione (regime dei "minimi").
Peccato che questa normativa introduca nel sistema un ulteriore distorsione: perchè far pagare il 5% di tasse ai minimi, quando tutti gli altri pagano il 50% ? Non sarebbe meglio che tutti pagassero chessò, il 30% ? Dove è andato a finire il principio della capacità contributiva ? Forse si vogliono allettare i giovani ad aprire nuove imprese avviluppandoli nelle spire del sistema, salvo poi, quando finirà il regime dei minimi, essere talmente invischiati da non essere piu' capaci di uscirne ?
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