Adesso facciamo un secondo esempio: immaginiamo uno stato in cui le tasse siano pari allo zero per cento. Cioè non ci siano tasse. Potrebbe funzionare bene uno Stato del genere ?
Ovviamente no. Perchè dovrebbe in sostanza rinunciare ad esistere, non potendo pagare i vari servizi. Oppure potrebbe sopperire per qualche tempo stampando carta moneta (ma in breve tempo si svilupperebbe un'inflazione enorme - esperienza già provata in Germania dopo la prima guerra mondiale), oppure potrebbe prendere soldi in prestito, ma alla fine si troverebbe prigioniero dell'usura di chi gli ha prestato i soldi, il debito diventerebbe sempre piu' grande, e alla fine dovrebbe dichiarare bancarotta.
Morale: quanto devono essere alte le tasse ? Ne troppo alte, ne troppo basse.
Non troppo alte, perchè scoraggerebbero l'iniziativa economica, farebbero passare la voglia di lavorare e di risparmiare, farebbero scappare i cervelli in America e i capitali in Svizzera, fornirebbe un incentivo all'evasione, produrrebbero disaffezione ecc.
Non troppo basse perchè altrimenti lo Stato non sarebbe in grado di far fronte a tutti i servizi necessari al bene comune. Esiste un minimo vitale al disotto del quale, comunque, lo Stato non deve scendere (difesa, ordine pubblico, sanità, istruzione e qualcos'altro)
Per quanto riguarda l'Italia, notiamo che il nostro Paese si trova tra quelli a fiscalità più elevata. Nel 2012 la pressione fiscale sarà pari al 45% del Pil.
Forse in sè e per sè il 45% non sarebbe neanche da considerare eccessivo.
Il problema è che il 45% è una media. Se consideriamo che c'è un sacco di gente che non paga per scelta (evasori), che paga poco o niente per legge (agricoltura, cooperative, leggi di agevolazione ecc.), che paga abbastanza poco (società di capitali al 27,5% salvo ulteriori agevolazioni), per mantenere la media bisogna concludere che c'è molta gente che paga ben di più del 45%.
Chi sono i più tartassati ? Se dobbiamo fare una classifica abbiamo:
1) lavoratori autonomi e piccole imprese (quelle che non evadono, naturalmente)
2) lavoratori dipendenti (soprattutto per effetto dell'abnorme pressione contributiva)
3) cococo, cocopro e altre forme di lavoro precario
Un lavoratore autonomo "onesto", cioè che non evade, è facile che abbia una pressione tributaria complessiva superiore al 60%. Anche i dipendenti subiscono una pressione troppo elevata.
Come diceva Bartali, è tutto da rifare
Per quanto riguarda le entrate dello Stato, bisogna decidersi a fare seriamente un po' più di giustizia, e piantarla di far gravare il peso sui soliti noti.
Per cui:
- all'imposta sui redditi va affiancata un'imposta patrimoniale generalizzata e progressiva, di entità non mortificante, ma comunque superiore al ventilato uno per mille sui depositi titoli (coi BTP al 7 per cento, ossia al 70 per mille, una patrimoniale dell'uno per mille fa veramente il solletico)
-basta favoritismi alle grandi imprese, all'agricoltura, alle cooperative, alle miriadi di agevolazioni al mezzogiorno, all'energia pulita, alle ristrutturazioni edilizie, alle mille leggine che esonerano a destra e a manca, tanto alla fine paga Pantalone.
- ridurre l'IVA, mica aumentarla. L'Iva grava di piu' sui poveri che sui ricchi
Per quanto riguarda le uscite dello Stato, anche qui bisogna fare un repulisti:
- basta buttare via i soldi. Pensioni elargite dopo 15 anni di lavoro, invalidità fasulle, stipendi d'oro ai parlamentari e ai politici, opere faraoniche che non servono quasi a nulla
- basta rubare. Chi corrompe e chi è corrotto vada in galera. Perchè dobbiamo pagare le tasse per finanziare le bustarelle ?
- e comunque, anche senza buttare i soldi e anche senza rubare, bisogna selezionare la spesa pubblica. Le risorse non sono infinite.
Certo sarebbe bello avere la sanità gratis, la scuola gratis, l'iphone gratis, 180 giorni di ferie pagate, la settimana lavorativa di 3 giorni a 2 ore al giorno. Peccato che non si puo'. I soldi non bastano, bisogna fare delle scelte. Le tasse piu' di un tanto non si possono aumentare, oltre che immorale diventa anche controproducente. Quindi bisogna limare le spese, fissare le priorità, fare delle scelte. Sanità gratis o quasi, magari si'. Contributo di 8 milioni a Radio Radicale, magari no. Scuola gratis o quasi, magari sì. Aborto gratis magari no. Missioni di guerra in Libia magari no. Pensioni a chi ha lavorato 15 anni magari no.
Mi rendo conto che sono pii desideri, perchè proposte di questo genere si vanno a scontrare con gli interessi di tante persone e gruppi: baby pensionati, amministratori pubblici, grandi imprese, cooperative, agricoltori e altri.
Però ci dobbiamo decidere a rinunciare almeno a qualcosa del nostro interesse particolare, in vista del bene comune. Altrimenti dalla situazione attuale non si esce, anzi facilmente si peggiorerà.
A maggior ragione se i sacrifici non vengono richiesti ad una sola categoria, ma vengono distribuiti equamente tra tutti.
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